Le enormi potenzialità turistiche dell’area risultano ancora oggi scarsamente sfruttate. Il contesto territoriale potrebbe dimostrarsi di notevole valenza turistica, sia per il clima favorevole, sia per le qualità intrinseche del paesaggio, che lo scarso sviluppo economico ha finora preservato nei suoi caratteri originali, sia per la ricchezza di resti e testimonianze di millenni di civiltà insediate in loco. Assai acuta risulta, però, la carenza di attrezzature ricettive, alberghiere, di ristoro e di supporto; quasi nulla l’offerta di attività ricreative e collaterali, nonostante la presenza di un patrimonio ambientale ideale per un turismo escursionistico. Tutti questi elementi, naturali, storici, culturali, necessitano, per costruire una reale offerta turistica, di un quadro territoriale complessivo che comprenda servizi indispensabili al soggiorno confortevole, attrezzature civili efficienti e agevoli, centri urbani animati ed esteticamente piacevoli, luoghi di incontro, iniziative ricreative e di cultura, artigianato e produzioni tipiche di qualità. Lo sviluppo turistico del territorio necessita cioè non soltanto dell’attrezzatura di alcune località o della creazione di itinerari, ma soprattutto del miglioramento generalizzato delle condizioni insediative e dell’esistenza di un ambiente territoriale complessivo in cui si integrino l’ambiente naturale e quello antropizzato, in una parola del riequilibrio complessivo del territorio. Attualmente l’industria turistica è a carattere fortissimamente stagionale; lo testimonia il fatto che la quasi totalità degli esercizi alberghieri è dislocato sulla costa. La strutturazione del comparto è ancora molto più debole per quanto riguarda gli alloggi (case per vacanze e affittacamere), gestiti in forma imprenditoriale, e quella riguardante il B&B. La conformazione geografica della fascia costiera ionica, caratterizzata da brevi distanze tra gli ambienti marinari e quelli di campagna o di montagna, da un ricco patrimonio ambientale e naturale, dall’esistenza di beni legati all’archeologia, ha offerto, negli ultimi anni, condizioni ideali per lo sviluppo dell’agriturismo. Questa dotazione di capacità ricettiva sembra soffrire contemporaneamente di due mali fra loro contraddittori. Da un lato l’impossibilità di coprire, sia pure con strutture anche di piccole dimensioni, tutti i Comuni dell’area (infatti alcuni dei 45 Comuni inclusi nel FLAG non hanno nessun tipo di struttura ricettiva classificabile nell’ambito alberghiero), dall’altro lato, invece, risulta un evidente sottoutilizzo del parco ricettivo esistente. È da sottolineare come l’area del FLAG sia caratterizzata da indici di permanenza media significativamente più alti rispetto a quelli regionali. Ciò è certamente dovuto in parte al carattere fortemente residenziale dell’offerta turistica, basata prevalentemente su villaggi e alberghi che lavorano su pacchetti di soggiorno prefissati, ma in parte può anche essere addebitato alla varietà dell’offerta, capace di unire alla tradizionale offerta del mare e della costa anche un ulteriore insieme di risorse (montagna, ambiente, cultura) che favoriscono e stimolano un soggiorno di più lunga durata. Una prima valutazione di carattere strutturale evidenzia un tasso di utilizzo assolutamente basso della capacità ricettiva media del comprensorio. Ogni posto letto riesce ad avere circa 66 presenze all’anno. Un indice, questo, che appare del tutto inadeguato rispetto alle potenzialità turistiche del comprensorio, fortemente legata alla stagionalità balneare, strozzata nella capacità di generare occupazione e indotto sull’area. Nel 2015 nel territorio interessato dalla Strategia di Sviluppo Locale si trovano, secondo i dati Istat, 28.179 posti letto, suddivisi come mostrato nella tabella successiva. Se da un lato, il turismo è stato oggetto, negli ultimi anni, di investimenti che hanno portato soprattutto ad una diversificazione dell’offerta, grazie anche alla presenza di alcuni poli a doppia stagionalità e al crescente interesse per l’escursionismo e l’ecoturismo, grazie alla presenza dei Parchi Nazionale e Regionale, quali elementi di attrazione di nuovi flussi turistici, dall’altro si riscontrano anche alcuni punti di debolezza come l’eccessiva stagionalità e frammentazione e la carenza, in alcune zone, di posti letto e di offerta, oltre a un basso livello di internazionalizzazione dei flussi che caratterizza tutto il territorio. Anche se, tuttavia, il contesto territoriale, si colloca in un quadro più generale, sia nazionale che regionale, caratterizzato da importanti variazioni negative dei flussi turistici e una ridotta capacità di attrazione del turismo estero.